L’attività aziendale, nei suoi processi produttivi, potrebbe interferire con l’acqua in due circostanze che riguardano gli scarichi e l’approvvigionamento. Gli scarichi idrici provenienti dai siti dove si svolge attività industriale possono appartenere alle seguenti tipologie:
- Acque reflue domestiche
- Acque reflue industriali
- Acque meteoriche di dilavamento.
Gli scarichi sono ammissibili da parte delle imprese e il D.Lgs.152 li disciplina distinguendoli in:
- Scarichi nella pubblica fognatura
- Scarichi in acque superficiali
- Scarichi sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo
- Scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee.
Tutti gli scarichi aziendali devono essere preventivamente autorizzati ad eccezione degli scarichi delle acque reflue nelle reti fognarie per le quali è previsto comunque il permesso di allacciamento alla rete.
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L’autorizzazione degli scarichi idrici è contenuta all’interno della Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), che viene richiesta e rilasciata dal SUAP (Sportello unico per le attività produttive).
Lo scarico è caratterizzato da valori limite che sono espressi sotto forma di concentrazione in quantità massima nell’unità di tempo oppure come fattore di emissione (quantità inquinante per unità di prodotto).
I valori limite di emissione debbono essere stabiliti dalle Regioni. Le autorizzazione di scarichi contenenti sostanze cambiano a seconda che lo scarico sia:
- Scarico in acque reflue superficiali e in pubblica fognatura
- Scarico sul suolo
- Scarico nel sottosuolo
Tutti gli scarichi devono essere accessibili affinché presentino dei punti di controllo affinché sia possibile il campionamento.
Nel Kit documentale 14001 di Winple il monitoraggio degli scarichi in acqua, il loro aspetto e impatto ambientale sono riportati nella modulistica in forma descrittiva e grafica.
Scarichi di sostanze pericolose
Gli stabilimenti in cui si producono, si trasformano o si utilizzano le sostanze pericolose sono soggetti a disposizioni particolari ove, negli scarichi, siano presenti queste in concentrazioni superiori ai limiti di rilevabilità dei metodi di analisi.
L’autorità competente già in fase di autorizzazione prescrive che scarichi contenenti arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, rame, selenio, zinco, olii minerali, idrocarburi, composti organici alogenati, pesticidi fosforati e sostanze cancerogene per l’ambiente subiscano un trattamento particolare prima della confluenza nello scarico generale.